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mercoledì 18 novembre 2009

INIZIATIVE CULTURALI - CORI DI CANTI POPOLARI ED ALPINI






                    


  NOSTALGIA




La voce si alza limpida,  nel firmamento delle altre voci corali ; i baritoni ed i bassi che sostengono, con il loro poderoso contrappunto ,la voce solitaria che canta come in un canto liturgico ; i  tenori primi e  secondi  che accompagnano la melodia principale come in un riflesso di vento ,come in un sussurro  : è come un 'eco leggera che si insinua con quella cantilena antica eppure attuale  dentro una gola montanara , che sfiora al  tramonto le vette tagliate dal sole ,che si perde appagata in qualche rifugio montanaro, dove al tramonto vengono accese le prime luci.
Il solista del coro, la cui voce tenorile acuta , sicura, arricchita  da uno strano timbro impastato di tenerezza e di  sollecitudine è quella di mio fratello che alza  testa in alto ,davanti a sè , senza mai piegare il collo , senza mai rivolgersi verso il pubblico, come se cercasse con determinazione quel soffio d'aria  che gli permetterà un ultimo, svettante acuto , per chiudere all'unisono con le altre voci.
Il coro che sta intrattenendo il pubblico , appassionato di canti di montagna , è la gloriosa CORALE ALPINA SAVONESE , che ha ben altri merite e benemerenze  nella diffusione e valorizzazione del patrimonio  etnografico delle nostre alpi , ma che si contraddistingue per una caratteristica  che in Italia si è ripetuta soltanto un'altra volta :
nei componenti della veterana  delle corali con i quattro fratelli PEDROTTI  per la S.A.T  (corale della SOCIETA' ALPINA TRIDENTINA) e con i quattro frateli Santoro  per la corale ligure. 






Ma mentre le voci dei  Pedrotti erano voci cresciute, educate , quasi innaffiate alla grappa ed al  vino  delle loro Alpi tridentine , quella dei quattro fratelli Santoro - che sono testimoni di una appasionante vicenda antropologica  che pure un giorno andrà raccontata  - emergono dalle zone della Magna GRECIA , dalla lontana Calabria  per conquistare una civiltà canora, un costume , una dedizione al mondo della musica  e della tradizione di canti popolari  che pure non gli appartenevano. 
Arnaldo è la  straordinaria voce solista , dal timbro canoro vellutato e perfetto, mai fuori tono e mai calante Giulio il secondo fratello che è stato una breve  parabola all'interno della compagine corale e  Renato per anni factotum ,appassionato organizzatore , segretario capace di una dedizione e continuità di impegno  davvero uniche. 
Infine Gianfranco ,il primo a far parte del coro , che riuscì a  coinvolgere in questa strana avventura musicale i propri fratelli e che si inventò una mansione prima inesistente : quella di indicare ai componenti del coro come muoversi ed entrare sul palcoscenico .sistemarsi in due file , ringraziare il pubblico tanto da meritarsi il nomignolo scherzoso e sfottente di Zeffirelli . 
GIANFRANCO ACCOVACCIATO ACCANTO AL FRATELLO ARNALDO (TERZO DA SINISTRA)
ARNALDO E GIAN FRANCO





Ognuno dei quattro fratelli ,a distanza di qualche lustro , ha preso una strada diversa impegnato in una vicenda esistenziale  necessariamente diversificante ...ma quando sentiamo risuonare  dentro ciascuno di noi, come in un a preghiera laica ,  Joska la rossa , Montagne Valdostane o l'eterna Montanara  , e per un attimo , ma solo appena in modo impercettibile, chiudiamo gli occhi  e tratteniamo il respiro  - a non disturbare il mistero della memoria e della nostalgia  ,sempre presenti e sempre fallaci -  ci ritroviamo schierati , attenti al cenno del maestro Angelo .
Le nostre teste ,in modo impercettibile, si girano verso Arnaldo che tra un attimo canterà  per noi ,per noi fratelli ma anche per tutti gli amici  del coro . Ci  rammenterà  che al di sopra e dentro di noi c'è armonia , c'è coesistenza di voci diverse ,  fuse in un unico impasto canoro .. ci ricorderà che c'è speranza...c'è sempre speranza.          

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