CHIOSA
ai quattro regali
A
volte anche un semplice ricordo, tra due persone che si frequentano e
si stimano, può essere una testimonianza valida per il momento
felice dei sentimenti che viviamo. In questo caso e
di seguito sono riportate quattro poesie, che rimandano a quattro
regali, e che sono: una figura di Pulcinella col suo vestito bianco e
la maschera nera.
Un orsetto impellicciato che offre con le mani un cuore illuminato: potrebbe essere retorica scontata ma in questo caso lo sguardo ammutolito dell’orsetto supera ogni negatività per serrarsi in una costante dimensione dell’amore.
Un orsetto impellicciato che offre con le mani un cuore illuminato: potrebbe essere retorica scontata ma in questo caso lo sguardo ammutolito dell’orsetto supera ogni negatività per serrarsi in una costante dimensione dell’amore.
Il terzo regalo è quello di un asinello con due sporte ai fianchi, che mi ricordava e mi rammenta la terra calabrese da cui la mia famiglia proviene; e dentro di me risuonava e risuona la canzone popolare della Calabria: “Avia nu sciccareddu, ch’era na cosa fina...”, che ho riportato integralmente.
Infine uno scafo bianco azzurro di una nave a vela, che è il centro di questi regali, di questi ricordi, nella speranza di un approdo gioioso e calzante.
E
la nave va...(parafrasando Fellini) nel senso che noi tutti, in
questo difficilissimo e tragico momento della nostra realtà
nazionale, auspichiamo la ripresa di un viaggio solare, con una nave
che ci può accogliere alla scoperta di nuove mete, soprattutto per i
giovani, passando da una dimensione affettiva ad una sociale per un
orizzonte migliore fattivo e concreto.
CHIOSA AL QUINTO REGALO
Tra i regali che dovevano far parte della Chiosa pubblicata sul libro
"Le parole si sono frantumate in Rivoli diversi" ce ne sono altri tre,di questi tre il quinto regalo è un'Alce scolpita nel legno dove a sorreggere la testa c'è un campanello in metallo,un regalo natalizio da appendere anche all'albero di Natale.
La poesia per l'Alce è stata composta ma fu dimenticata in archivio durante la lavorazione del libro per cui risulta come poesia inedita.
La trascrivo qui.
L'ALCE
IL Mito
di un animale,nasce tra gli uomini dei ghiacci
che
raccontano di possenti quadrupedi
lanciati
in pericolosi percorsi
agitando
nel gelo dell’aria le sciabolate fruste,
a
trascinare,con slitte affusolate,carichi pesanti ;…
di
immacolati orsi che pescano con zanne accuminate
nelle
distese del polo,
di
lupi che famelici si spargono
nelle
inquietanti estremità del globo
per
fendere il gelo allo sterminio.
Nella
rozza mitologia ecco animali
come
i cani impellicciati
allenati
a lanciarsi in vetuste foreste,
a
difendere presìdi improvvisati;
spruzzi
di neve immacolata annunciano il traguardo
di
renne,le più fedeli all’uomo
ed
alci dalle solenni,ramificate teste.
Tra
tutti questi miti perenni,
di
un fantasioso caravanserraglio
per
non prendere un abbaglio,
per
non cadere in un caduco crollo
ho
preso il corpo ridotto di un‘alce,
intagliato
nel legno,con un campanaccio al collo,
che
sbatacchia con un rantolo felice,
simile
alla mia voce che ti avvince
e
nei muscoli armoniosi,nei rami acuminati della testa
ho
intravisto la festa che mi prepari,
con
generosi slanci e ricercati pranzi
tra
i rari percorsi della tua socchiusa ANZIO.
Poi
quando in macchina,nel buio che attanaglia,
mi
porti all'albergo alla bisogna,
per
un attimo la mia mente si smarrisce
il
firmamento si intristisce,
eppure
si riscatta e sogna
che
siamo su una slitta,
che
dormiremo insieme
in
un caldo sacco a pelo
nel
prossimo rifugio
che
di notte incontreremo,
e
tu mi parlerai dell’alce,dell’orsetto
del
vecchio pulcinella in calzamaglia bianca e rossa
e
avrai ancora una mossa vincente
perché
non saremo più nello squallido presente,
ma
forse andremo a smarrirci
su
una nascosta stella.
Firenze,
marzo 2013
Infine altri due regali di tipo culinario entrambi racchiusi in questa poesia inedita, poichè il libro di poesie che contiene la CHIOSA ai quattro regali
LE PAROLE SI SONO FRANTUMATE IN RIVOLI DiVersi
fu già pubblicato.
Il primo dono per festeggiare un compleanno, è un soprammobile,un cannolo siciliano di lavorazione artigianale anche se l'artigiano non è un pasticciere,incartato a dovere come se fosse esposto nelle migliori pasticcerie tanto sembra vero.
Il secondo regalo citato nella stessa poesia è una bottiglia di crema di bergamotto,l'autore ricordando la gioventù in calabria fu colpito da questo agrume e ricordando i profumi degli agrumeti della sua terra penso' a questo dono di questo frutto tipico del sud.
Il cannolo siciliano e il bergamotto
Infine altri due regali di tipo culinario entrambi racchiusi in questa poesia inedita, poichè il libro di poesie che contiene la CHIOSA ai quattro regali
LE PAROLE SI SONO FRANTUMATE IN RIVOLI DiVersi
fu già pubblicato.
Il primo dono per festeggiare un compleanno, è un soprammobile,un cannolo siciliano di lavorazione artigianale anche se l'artigiano non è un pasticciere,incartato a dovere come se fosse esposto nelle migliori pasticcerie tanto sembra vero.
Il secondo regalo citato nella stessa poesia è una bottiglia di crema di bergamotto,l'autore ricordando la gioventù in calabria fu colpito da questo agrume e ricordando i profumi degli agrumeti della sua terra penso' a questo dono di questo frutto tipico del sud.
ALTRI
DUE DONI
Il cannolo siciliano e il bergamotto
L'uomo
che ti ama,ed a lunghi tratti ti adora,
che
ha speso ogni momento della propria esistenza
per
escogitare doni,parole e verbi nuovi
(ora
editi in qualche verso strano)
per
te già pubblicati
dall'essenza
di suoni e remoti tempi.
Questi
hanno arginato,
con
il miracoloso laudàno.
In
un paziente impegno quotidiano
Il
mio EGO egoista arruffianato.
Ma
adesso che tu,splendido hidalgo ,
in
trentesimi slanciato,
dopo
la conquista di sette gironi
accetta
un cannolo alla panna, siciliana,
con
due lucenti canditi,
cucinati
dentro una fornace artigiana
in
schiuma di terracotta e porcellana.
Lo
vedi? Il dolce sembra vero,
foriero
di nuovi acquisti in filigrana
dei
miei dieci libri da te consacrati,
che
mai hai eluso,t'hanno commosso -
per
mia fortuna mai ti hanno deluso.
Ma
ora, quando bevi in un gotto artigianale,
spegni
il gorgoglìo della grappa che fa male,
abbandona
il vino,anche se preservi un alito divino,
ché
per te sia imbandita la cena delle feste
in
uno spolverìo di modeste trattorie,
l'ultima
contrassegnata come “CONTRO CORRENTE”.
Ti
auguro che sia esaltata,
la
fragranza di una essenza vaporosa,
unica
al mondo,
la
vetrosa crema di un
bergamotto
profumato ;
così
come tu sei unico, nel girotondo della vita,
il
solo che ha strappato,
l'essenza
della volta armoniosa,
un
firmamento di stelle
-retorica
incapsulata -
nel
cielo di una stanza.
Ma
io posso gloriarmi
di
aver rinverdito il suono delle ciaramelle,
che
lo zampognaro ha profuso nelle alture del Lazio.
E
questo “presepe” che parrebbe uno strazio,
per
ogni anima di gretta esistenza,
ha
ricreato in te un lieto buonumore...
E
dunque se queste sono le ore
più
o meno lontane dal congedo,
ti
prego spendi per me,con gioia a profusione,
-nei
tasti neri e bianchi
del
nostro segreto pianoforte-
gli
ultimi danari sonanti che ancora mi sono rimasti.
Ché
io cercherò con”apparenti”cannoli e liquori
di
perdere peso, smaltire gli zuccheri ,
comprimere
la pressione, in sano contrafforte,
che
non si tramutino in una sfibrante malattia,
ma
nell'allegria del dolore pudico
che
mi hai insegnato,
contro
il baratro assurdo,
quando
si è speso ogni trastullo della VITA.
ANZIO/FIRENZE
17
MARZO 2014
Nessun commento:
Posta un commento