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lunedì 31 luglio 2017

Nella mia modesta ,anche se per me gratificante,carriera di regista teatrale ho sempre rifiutato di mettere in scena I testi teatrali di quattro autori, che pure, con risultati lusinghieri , avevo affrontato durante I corsi di fine anno ,alla scuola di regia dello stabile di Genova. Ed erano nell'ordine il vecchio SIR WILLY, quindi Moliere, Cecov,ed il nostro Pirandello.
. Moliére lo consideravo un autore prezioso per la cultura francese,che da solo era riuscito a salvare la Francia da una abietta classe dirigente altoborhghese. Ma non riuscivo a estrapolare dai suoi testi la dimensione comico/satirica ,ché anzi mi creava spesso un tale senso di disagio per la ottusità manifesta dei personaggi adombrati (I malati immaginari, gli avari,arroccati sulle proprie ricchezze fino al deliquio, il misantropo di arcaica memoria e il tartufo che con la sua dimensione gesuitico/religiosa ,il più lontano dalla mia sensibilità.MI aveva tentato il Giorgio DANDIN ,di ambientazione rupestre e di sicuro divertimento ;tanto che che avevo già intravisto una scena in cui campeggiavano enormi balle di fieno,da collocare sotto il balcone incriminato,dove un marito cornuto veniva beffeggiato e punito dai suoceri ,ma poi era finito nel dimenticatoio. Per Cecov invece vigeva il problema opposto dato che i russi lo consideravano un autore comico/satirico (e ce lo aveva dimostrato MIKHALKOV sia con un bellissimo flm sia con una operazione molto intelligente gestita in Italia ,con una scena di ricostruzione di una dacia russa iperrealista).
HO APERTO UN PICCOLO SPIRAGLIO SU DRAMMATURGHI DI CUI NON HO MAI VOLUTO CURARE LA REGIA(MOLIERE,CECOV,PIRANDELLO E QUINDI sir willy) E DOPO MOLIèRE MI SONO OCCUPATO DI CECOV,CHE qui concludo perché l' HO IN PARTE RISCATTATO COSTRUENDO ,AL DIPLOMA DI REGIA TEATRALE A GENOVA ,UN TESTO CHE PRENDEVA SPUNTO DA ALCUNI RACCONTI CHE CECOV ha elaborato come una full immersion nel teatro, ..Ne è sortita una piccola pièce divertente perchè anche lui aveva i suoi furori e non sopportava i questuanti che gli chiedevano raccomandazioni o altro,in particolare gli scrittori in erba che lo supplicavano di esaminare, i testi da loro elaborati e il nostro dottore o entomologo, come ho riferito,cacciava di casa questi petulanti , scrocconi del suo genio , asserendo che se avesse avuto tempo per esaminare ciò che gli veniva richiesto a avrebbe dovuto vivere tre volte per cento anni....per me fu una piacevole sorpresa di ricerca e di rappresentazione e ne fui molto gratificato perché ero riuscito a ridere e far ridere gli spettatori con CECOV,CHE è UN Pò LA QUADRATURA DEL CERCHIO.
Ed eccoci al nostro odiato ed amato Pirandello..di cui non volli mai curare una regia anche perché troppo rappresentato...ci vorrebbe una legge che proibisse di mettere in scena un suo testo per almeno dieci anni.. L' uomo era più di maschera che di sostanza, spaventoso ruffiano che chiese la iscrizione al fascismo con un infame telegramma indirizzato al duce, proprio durante il delitto Matteotti. Ottenne da Mussolini prebende ed onori (vedi premio Nobel ) tra cui la nomina ad accademico d' Italia e il foraggiamento per la sua compagnia teatrale,protetta dal buon Benito. Moralista bacchettone che disprezzava chiunque avesse una relazione extraconiugale, salvo infatuarsi di MARTA ABBA QUANDO LEI AVEVA VENT'ANNI e lui viaggiava oltre i cinquanta .A a MARTA concesse la esclusiva del suo ultimo teatro,tra cui "L'amica delle mogli" e questa si im- puntò a non far rappresentare i testi dell'accademico,considerando ogni proposta del tutto inadeguata,coprendosi lei di ridicolo e lui di una postuma fama di "imbecille". Vittima di una consorte , ricoverata in clinica medica per malattia mentali, gelosa quanto mai e che aveva tentato di ucciderlo con un coltello ,presa da un raptus feroce ed incontrollato di gelosia. IL nostro Pirandello fece una brutta fine perché morì di broncopolmonite. A cineccittà,con cappotto e sciarpa, si piazzò di fronte ad un faro della luce potente che lo fece sudare come in una sauna,per cui era stato cotto (dicesi cotto )con relativo sudore e congelamento , una volta che il faro fu spento. Ma la pennicilina miracolosa, che doveva venire dagli USA , non esisteva ancora per cui ,meschinetto andò a casa si ammalò di broncopolmonite fulminante e passò all'altro mondo..Con Pirandello il mio errore fu che ,pur adorando " i sei personaggi" ed " i giganti della montagna ",non riuscivo ad entrare in empatia con lui per queste note caratteriali.Ma una cosa la tentai ché il grande drammaturgo o aveva dichiarato,al figlio pittore Fausto,che per l'incompiuto I GIGANTI DELLA MONTAGNA gli si era chiarito dentro, dopo che una notte aveva sognato una enorme quercia e tutto si era sciolto come neve al sole. Ma non riuscì nel mio intento di far finire l'incompiuto..per cui mi ero messo in testa che uno scrittore siciliano avrebbe potuto risolvere questo terzo atto mancante :Ne parlai con Sciascia, con Bufalino e con lo stesso Consolo, ma tutti e tre morirono prima di risolvere questo mistero,,,per cui decisi di lasciar perdere per non passare da menagramo Ma lascio ,come volontà testamentaria, all ' inclito ed al volgo :chi volesse terminare la tragedia è ben accetto.
e quindi dipo Moliere, CECOV E PIRANDELLO ecoci al vecchio SIR WILLY ,da me studiato e frequentato per oltre cinquanta cinque anni.E' certo che l'essenza del suo teatro risiede nel potere, nella ossesione del potere ,nella sua devastazione e fascino ,nella certezza che in nome del potere si possano compiere le nefandezze più spavenmtose ;ma la mia difficoltà a metterlo in scena era legata molto al fatto che mi innamoravo sempre di personaggi minori,che poi minori non sono,come certezza che quello fosse l'unico modo di capire fino in fondo il,bardo. E' CERTO CHE SIR WILLY, avendo a disposizione uno straordinario attore giovane ,anzi due, gli cuce addosso Giulietta ma soprattutto Mercuzio e ,per quanto possa sembrare strano, dopo che Mercuzio muore muore anche la commedia degli aman ti di verona..ed io avrei lavorato in questa direizone ma a Genova mi stoparono,forse anche giustamente .E mi confusi con la donna che tanto il giovane Capuleti aveva amato,salvo scomparire all'orizzonte quando costui si innamora di Giulietta .E il frate lo rimprovera .E la donna per cui ti disperavi,piangevi e soffrivi che fine ha fatto? Anche per Amleto proposi al mio insegnante di regia di anticipare la commedia nella commedia (che non la inventò Pirandello),non quando il carro dei commedianti irrompe nel cortile del castello,ma all'inizio del dramma facendo lievitare il discorso come una sfida di Amleto al teatro del mondo ,che ricostruisce con loro i bastioni del castello ed ecoc che da subito, imprevisto, compare il fantasma del PADRE e duqneu Amleto che diviene ,un sogno da incubo del principe? una ricostruzione della sua fantasia malata? IL teschio di York ,il buffone , che Orazio Costa pensava fosse stato l'amante della regina ,cosa si poteva inventare? IN FONDO ANCHE iNGMAR BERGMAN SPOSTò IL FAMOSO MONOLOGO " TO BE OR NOT TO BE " ALL'ARRIVO DEI TEATRANTI ED amleto si confida con il capo della loro compagnia e tutto filava lo stesso. E se non fosse una rottura di zebedei quasi impossibile da sopportare era intrigante l'idea di che Stoppard abbia infilato Rosencrantz e Guldestern come i veri attori di Amleto e tutto di nuovo funzionava a meraviglia ,salvo una tritatura di coglioni ,da far scappare la gente da teatro per venti anni Perché ,a conclusione di queste riflessioni, c'è solo una colpa che non si può perdonare ai protagonisti del teatro, quella di far disinnamorare .gli spettatori paganti delle tavole del palcoscenico, di allontanare i giovani, di divenire schiavi del potere politico e partitico a farsi foraggiare seghe mentali a gogò...

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