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lunedì 5 dicembre 2011

PER GIOVANNI (POESIA TRATTA DA EU ANGHELON PER L'AMICO GIOVANNI BAZZINI)


PER GIOVANNI BAZZINI
(deceduto per un infarto a 45 anni)

Noi
che siamo stati consumati
dal gravame
di  far esplodere alla luce
i nostri figli ,
di partorirli da viscere infuocate,
dal nostro sangue ,pelle  e cuore
dai grimaldelli forgiati
per liberare un intelletto appena abbozzato .

Noi
che fummo i  padri dolenti 
di ogni essere affacciato all’esistenza del sapere,
di cui seguimmo i primi passi zoppicanti ,
i primi sassi gettati nei putridi stagni
dei corrotti, luridi tiranni
che hanno tentato
-rotti ad ogni sortilegio-
di asservire le loro menti,
noi che li abbiamo calati ,con bastoni e funi,
nelle ripide correnti di tumultuosi fiumi,
per scardinare i gioghi del potere .

Noi
annichiliti e  sconfitti
incasellati nella parodia dei guitti,
dei ciarlatani, dei pesi morti della società ;
anche se fummo i primi ad accostarli
all’ epica  triade di  Tolstoi,
ai sorrisi ed alla dolente cadenza di AMADE’ .
ad ogni taglio furente di luci
di Michelangiolo Merisi, detto il Caravaggio,
al suono di un riflesso  strutturato
come una compatta architettura
di Platone, l’uomo  palestrato  ,
al volto ovale, tridimensionale,
di  Pablo  il catalano ,
all’arsura del  suolo che si perde
in una ripido fiume incasellato,
presi da  ammirazione
per la geniale  intuizione di WRIGHT ,
l ‘ architetto che ha vissuto
in una perenne, indistruttibile  utopia.

Questi erano il patto, la tensione , il  sogno 
di quanti ci hanno preceduto :
di partorire  testimoni ,
lanciati con l’ impronta della mano 
verso l’infinito,
 
capaci di svuotare  gli strumenti
di bruttura del creato,
contro la tracotanza e la violenza,
contro ogni sopruso quotidiano .                            

Da oggi, da quando mi ha dilaniato
la notizia del tuo decesso,
dentro di me si è spento
anche il senso di ogni singolo respiro ;
si è persa l’impellenza di una umile obbedienza ,
l’urgenza dell’assenso ai nostri padri,
si è  spezzato il vigore di un maestro annichilito
dal  tradimento di un patto tracimato,
all’amico deluso, sull’orlo del trapasso:
perché ogni provvido sentiero di saggezza
profumato  e rinverdito è ormai bruciato ,
è scomparsa la luce che nutriva
di un rigoglìo perenne la solenne  distesa forestale,   
e florida si spandeva con il suo ritmo pacato .
  
Ogni canto che fu forgiato
in coinvolgente  ispirazione,
in atavica armonia 
ora si affanna nel canglore
di una inutile bestemmia
che si tace , contro ogni falsità balucinante .

  
Ma ciò che tu vivi e sei adesso
oltre il confine  invalicabile ,immutabile,
tra le braccia di un Padre di misericordia,
che da sempre ti aveva pensato ed  amato,
è ,io credo, il senso di un rimpianto 
per le  tue figlie a te accosto
e tra di noi smarrite.  
                 
Perché è divenuto risibile
ciò che ormai sarà ai tuoi occhi
il senso profanato
del giusto e dell’ ingiusto,
il rammarico quasi blasfemo evidenziato,   
la traccia di un cuore provato, malato
che  è stato il solco di una vita esemplare,
del nostro osceno, quotidiano  divenire
tra tanta dolorosa occlusione
di un sentimento lacerante ,
eppure strutturato
con una confusione inenarrabile ,
come la pietra di inciampo e di perdono.


                                            Firenze , 3 dic. 2011


Confesso che ogni tanto rileggo la poesia che ho dedicato a Giovanni Bazzini, e che chiude in epilogo il mio libro EU ANGHELON .Mi prende una sorta di accoramento, di struggimento perchè non sono e non potrò essere mai un Leopardi o un Goethe o qualcuno del loro livello .
Avrei voluto che le mie parole in versi rendessero giustizia ad una persona che ha avuto un così grande significato nella mia vita ;  per cui ho  deciso che la prima presentazione che farò del mio libro  in terra di Toscana sarà dedicata alla sua memoria ,anche se per il momento-come mi è successo spesso- trovo solo porte chiuse e sbarrate .
Tornando alla poesia non so se una sincerità di intenti, un ' autentica partecipazione emotiva alla sua esistenza ed al suo decesso siano bastati a rendere bello ed importante  questo componimento . Giovanni era un mio lettore attento, partecipe ma anche severo e non mi ha mai concesso un porto franco in cui le mie parole avessero  semplice diritto di cittadinanza ,senza una osservazione pertinente ed un suggerimento critico pertinente .
Rammento che gli feci leggere gli abbozzi di un racconto che rimane tra i più difficili e misteriosi della mia produzione , ispirato ad un fatto vero : immaginai la vita di una ballerina del TEATRO DELL'OPERA di Roma che si conclude, grazie ad una vocazione autentica, in un monastero di clausura.
Non sapevo bene come finire il racconto e sentivo che la sua precedente esperienza professionale non andasse nè perduta nè sprecata .Inventai un finale scherzoso tra me e la ballerina che ,poco prima del suo ritiro in convento, mi incontrava  per strada quasi per caso, e mi salutava  non con parole ma con una piroetta leggera , lanciandosi in aria, e recuperando un gesto di grande umiltà. 
Giovanni mi rimproverò dicendo che era un peccato fconcludere un racconto così ben riuscito, con un finale  debole e mi convinse a cambiarne la parte conclusiva .
Per questa ragione  oggi penso che se avesse potuto leggere e consigliarmi  avrebbe  avuto suggerimenti  di grande sensibilità ed acutezza . 
Mi chiedo se la nota dolente della poesia ,( in cui dichiaro che è stato tradito un patto esistenziale di vita e di impegno sociale e civile ) ,sia stato un discorso troppo astratto ed incomprensibile e che forse avrei dovuto risolverla con parole più semplici e meno esigenti.
GIOVANNI nel ruolo di TOLOMEO per CESARE E CLEOPATRA
GIOVANNI  nel ruolo del GIORNALISTA per LA BROCCA SCIOCCA
Tuttavia mi  viene anche da sorridere se penso a quanto fossi severo e quasi inflessibile nei suoi confronti quando preparavamo  qualche spettacolo teatrale e mi stupiva il fatto che fosse quasi subito perfetto .Proprio per questo cercavo il pelo nell'uovo e lui ,con molta pazienza ,ubbidiva alle mie sollecitazioni registiche .
Forse adesso siamo pari ed il poeta soffre di essere un artista creatore così modesto, ma rammenta che ci siamo sempre rispettati senza mai barare. E questa confessione mi pare sincera e definitiva .   

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