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martedì 28 febbraio 2012

Freud.Una sceneggiatura contestata - testo e regia di Gian Franco Santoro


L'ASSOCIAZIONE CULTURALE ODEIA 


Una delle esperienze più interessanti e qualificanti della mia vita di regista teatrale riguarda una combinazione formidabile di talenti geniali , che mi intersecarono per un periodo di,oltre due anni, per cui fui sollecitato come scrittore e come regista :si tratta di Freud, Jean Paul SARTRE ed il regista americano John Houston . Si tratta di questo : leggendo la appassionante biografia del grande regista ho scoperto che uno dei suoi film meno riusciti fu FREUD ,PASSIONI SEGRETE (dal bruttissimo titolo italiano) con uno sfocato Montgomery Clift. 
Questo film fu preceduto da una operazione interessante,poco conosciuta , per cui il regista pensò di interpellare Sartre chiedendo una sceneggiatura da utilizzare per il film medesimo.. Sartre si mise di buon impegno ed inviò una prima stesura di poco più di quattrocento pagine.Era un lavoro davvero egregio, perchè Sartre fu anche un grande scrittore oltre che sommo filosofo ed in particolare un grande drammaturgo , a suo agio anche nel cinema; bel lavoro ma inutilizzabile ché HOUSTON , calcolò che sarebbe stato ricavato un film di oltre quattro ore ,( perchè ancora non esistevano gli sceneggiati televisivi e quella sarebbe stata una destinazione più congrua ) .Con buona pazienza allora il regista chiese a Sartre una nuova stesura che gli permettesse di lavorare sul materiale elaborato dal filosofo francese..Ma questi non si peritò più di tanto per cui, nuovo lavoro, e spedizione di nuova sceneggiatura di circa seicentocinquanta pagine .Disperazione del regista che fu consigliato di pagare per il lavoro compiuto,ma di lasciar perdere questa stesura letteraria che era davvero bella ,oltre che molto documentata ..peccato che fosse così lunga .Secondo me HOUSTON fece un unico errore perché ,con tutti i collaboratori letterari che bazzicavano per Hollywood avrebbe potuto far ridurre la sceneggiatura ad una dimensione accettabile,dopo che Sartre stesso avesse dato il permesso .Invece lasciò perdere ,chiese a due sceneggiatori americani di lavorare sul film e sbagliò, ma comunque pagò il filosofo per il lavoro compiuto. E Sartre confidò che in vita sua non aveva mai lavorato per una retribuzione principesca in dollari sonanti , come quella...ed il Santoro che c'entra?
C'entra perchè quando fu pubblicata la sceneggiatura in italiano ebbe una idea.....

IL VOLANTINO DELLA LETTURA DRAMMATIZZATA 

Lunedì 5 marzo 2012 ,sotto l'egida della MEDIATECA REGIONALE ,il Gruppo AMADE' diretto da Gian Franco Santoro,ha presentato a FIRENZE,una lettura drammatizzata di un testo nato per l'occasione .
Si tratta di una sceneggiatura ,molto estesa ,di JEAN  PAUL SARTRE,commissionata alla fine degli anni 50 dal regista americano JOHN HOUSTON ,che non fu mai realizzata per incomprensioni tra i due geni del novecento.
In questo caso un testo accettabile che focalizza una sceneggiatura bellissima e purtroppo, per l'epoca , intrasportabile in un normale film di novanta minuti.
Houston dichiarò che ci sarebbero volute almeno otto ore di "movie" per realizzare ciò che SARTRE aveva scritto.... una curiosità letteraria e scientifica che ha suscitato in città una grande attesa .
 Il testo è stato elaborato dal regista stesso, GIAN FRANCO SANTORO.


LETTURA PRESSO LA SEDE DELLA MEDIATECA
IN VIA SAN GALLO LUNEDI 5 MARZO 2012
ALLE ORE 17,00


FREUD E L'UOMO DEI TOPI





Completando il discorso su Freud posso dire che fu una esperienza teatrale davvero interessante..ora non voglio soffermarmi su come riuscii , nell'arco di due anni di intenso lavoro, di ripensamenti,ispirazioni e logiche vincenti, ,a prendere la sceneggiatura pubblicata di J.P.Sartre e ricavarne un buon testo teatrale, usando alcuni accorgimenti e filoni di stesura che ,in sede di verifica, mi dettero ragione.


Tra l'altro debbo far presente che questo lavoro presentava anche casi clinici di Freud tra i più interessanti e conosciuti: dovevo far vivere la ragazza paralizzata ad una sedia di cui era gelosa la moglie dello psicanalisti,e poi " l'uomo dei topi ". Rappresentare anche una notte in un bordello, e mischiare il tutto ed amalgamare e mi si creda se dico che non fu facile. Quello che mi preme ricordare è che prima di tutto decisi non di farne una rappresentazione vera e propria ma una "lettura drammatizzata", salvando i personaggi della moglie gelosa del fondatore della psicanalisi, della madre e dei suoi colleghi più stretti; Evidenziai i temi della biografia di Sigmund ,anche romanzata ed anche proiettata nella sua infanzia .Poi ,come commento sonoro, ambientando il tutto nella Vienna dell' inizio novecento inserii oltre che il prevedibile Mahler rumori di scena che andavano dalla ferrovia di Vienna con i suoni delle, locomotive ,dei fischi ed anche il rumore dei cavali e dei calessi che portavano i personaggi verso la stazione per poi racchiudermi in interni borghesi,grazie al lavoro strepitoso del Vello che superò se stesso in capacità e puntualità di effetti sonori . Mentre il compito più gravoso fu quello di far emergere la nascita del metodo psicanalitico con esempi ragionati e riflessioni allargate...Mentre gli attori leggevano, mi riservai di utilizzare una chance in più' per riuscire accattivanti e non stancante; lasciando un margine di circa quindici minuti, con una scena al cimitero ebraico di Vienna,poi gli attori si tranquillizzarono sull'idea che il testo fosse tropo lungo,ma poi a furor di popolo la scena stessa fu reintegrata per un finale commovente e degno di questo nome.



L'unico rammarico fu che riuscimmo a fare una unica rappresentazione nei locali di fortuna della Mediateca regionale e poi niente più. Ed oggi mi chiedo: ma ero in stato di grazia creativa ? Oppure il vecchio Sigmund (che io prima di lavorarci su in teatro,lo avevo sempre immaginato vecchio) ,circondato da Sartre e da Houston mi abbracciarono di premure per una forte ispirazione e così' nacque il miracolo di cui si parla?

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