Cerca nel blog

giovedì 17 novembre 2016

DI FINO - Poesia inedita



DI FINO


Ho lavorato di fino,
cercando di salvare il bambino
che a tratti, mi sorride dentro,
ma poi implacabile scompare;
eppure aveva fatto centro
con frizzi, lazzi e gli schiamazzi
che sono esplosi inattesi
nei locali chiusi
tra personaggi seriosi,
come sposi invecchiati ed inaciditi,
che hanno sempre il potere
di tarpare le ali ai reclusi della vita
e di richiamarmi al mio volto severo,
ai mie tratti incupiti.


Ma tu che sei il solo
Che mi accetta
Con gli schiamazzi scatenati in allegria,
E ravviva l’anima mia
In un gioco di artificio e di follia,
meriti un ringraziamento speciale ,
se il bimbo in me è ancora salvo
se può sorridere e scatenarsi
se non si è perso in un limbo di apatia
ma si libra in una corsa pazza
di ardite capriole,
affidate a parole,singulti
e scherzi innocenti
che pure appaiono come bruti insulti,
dove si celano i miei mali di esistere,
il mio torpore di fanciullo smarrito,
il mio desiderio di riemergere
in un candore ritrovato.

Giochiamo insieme, nella penombra
della sala cinematografica ,
da me tanto vilipesa;
Non accettiamo la resa dei furbastri
Che mi rimproverano e mi richiamano
Scandalizzati per tanto ardire,
impedendomi di gioire,
perché so che non sono mai
riappacificati con se stessi
ma sempre incupiti
in una falsa attesa di domani lieti.

Liberiamoci dei paludamenti
degli uomini seriosi e senza incanti
perché il bambino che vuole rivivere
in fondo è innocente
quando si crogiola in una breve fantasia
Canta, sbeffeggia e ride,
per te che lo capisci
il bambino scatenato;
e quando è sparito chiedi che lui ritorni
per giocare di nuovo, l’inaudito incanto
di una rigenerante fantasmagoria.


Gian Franco Santoro
Firenze 25 Ott. 2011








Nessun commento:

Posta un commento