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venerdì 18 novembre 2016
RICORDI - FABRIZIO DE ANDRE'
FABRIZIO DE ANDRE'
Quando si è giovani capita di toppare alcuni incontri ,salvo poi pentirsi di questa gaffe,per tutta la vita.
Se poi sei una matricola,al primo anno universitario, c'è dentro di te come uno stordimento ottuso che ti fa guardar al mondo circostante con ansia non meglio definita; ma anche con un forte senso di inadeguatezza.Questo per dire che matricola alla università di Genova, fui invitato ad una festa di facoltà in un grattacielo delle famiglie molto,molto bene della città ligure:dai Costa in su per intenderci.
Diciottenne immaturo ed inesperto di riti alto borghesi,mi ritrovai a questa festa , fatta di belìn e di farinata , quando viene annunciato il divo molto ammirato ,tra quei ricchissimi rampolli. Voce profonda ed impostata, ambientazione delle canzoni la il porto o le Crociate e situazioni analoghe ,ché Mina doveva ancora incidere . Il giovane sui 25 anni, figlio del proprietario dello zuccherificio ERIDANIA,talmente ricco che il padre GLI AVEVA COSTRUITO UNA SCUOLA SU MISURA E GLI STUDENTI ,SELEZIONATI,VENIVANO PAGATI PER FREQUENTARLA.
Finita la performance mi ritrovo in un angolo quasi buio del grande salotto ed il giovanotto, inavvicinabile e scontroso, tra uno scazzo e l'altro si ritrova seduto vicino alla mia penombra ,mi vede e fa un cenno di saluto.
Per rompere il ghiaccio ,e forse per smontare tanta assolutezza e prosopopea, gli dico l'unica cosa che mai,mai avrei dovuto tirar fuori: che le sue CANZONI MI RICORDAVANO ,L'ATMOSFERA e il giro di ottave e qualcosa di più di Georges BRASSENS. Il giovane ,con tenebrosi occhiali scuri copiati da Gino PAOLI, mi guardò come se avessi profanato la SANTA VERGINE e se ne andò senza proferir parola. Ad anni di distanza avrei pagato per riprendere le fila del discorso per dire che siamo sempre figli di qualcuno,anche nel mondo della canzone e dell'Arte,ma che non intendevo sminuire il valore di ciò che avevo sentito.
E dopo qualche anno FABRIZIO DE ANDRE',grazie a Marinella e a MINA,il favoloso FAB. sarebbe divenuto una icona nazionale, ed io che avrei dovuto tagliarmi la lingua per un vezzo che non ho mai perso:di dialogare a tu per tu,senza inibizioni, con gli dei dell'Olimpo..
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