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giovedì 24 novembre 2016

RICORDI - IL MIO TEATRO E LA SOLITUDINE DEL REGISTA






C'è un momento " terribile di assoluta solitudine " , che vive un regista teatrale (ed a cui mi sto avvicinando per questione di giorni).


Infatti, dopo mesi di prove, dopo periodi intensi in cui sei stato addosso ad un attore oppure ad un'attrice per correggere una intonazione ,un gesto accade l'inesorabile.Questo istante ha la stessa preziosità e delicatezza del gesto della madre che abitua il figlioletto a camminare. Ora lei sa che,venendo nelle tue braccia, dovrà farsi male cadendo per terra,ma dovrà fargli capire che quel dolore non sarà niente perche' il bimbo si alzerà ricominciando a camminare .Ebbene dopo questi lunghi periodi di preparazione "materna" succede che si arriva al debutto , si sta per alzare il sipario ed hai rivolto le ultime raccomandazioni ai tuoi attori.IL buio in sala e' gia' calato ,sul palcoscenico c'è silenzio e si sente solo la tua voce solitaria e sai che , da quel momento -per quanto hai fatto insistito,detto e corretto - che i tuoi attori sono da soli su quell'immenso palcoscenico,grande come uno stadio fatto di tavole ,di polvere e di niente: E' LA SOLITUDINE DEL REGISTA. Poi inizierà la loro vita autonoma, il loro slancio sul palco, la frase che incanta o stordisce il pubblico. E dentro di te sai che quell'attore stenta a carburare e riesce ad esprimere se stesso solo dopo parecchio tempo che il testo teatrale ha iniziato a disvelare se stesso. Sai che un gesto preciso su cui hai inventato una nuova drammaturgia, sarà dimenticato dal solito attore distratto.Sai che al momento di entrare sul palco, qualcuno si è dimenticato e fuma tranquillamente nel proprio camerino e sul palco le budella strizzano ed i nervi scoperti affiorano . Ma la responsabilità di tutto appartiene soltanto al regista che ,di fronte al pubblico, deve rispondere di tutto, delle buone intenzioni risolte e dei momenti non ancora focalizzati,dei cessi puliti che non mandino odori sgradevoli e muniti di km di carta igienica, e del thermos per confortare l' attrice in fase di svenimento.Anche se avverti dentro di te con quanto scrupolo hai lavorato, con quanta razionalità ed emotività mischiati hai cucinato da grande chef quel pasto difficile, e con quanta avvertenza professionale ti sei speso nelle prove che precedono il debutto, devi accettare umilmente questo annullamento decisivo e necessario della tua persona , perché altrimenti avremmo solo la dismisura di una testa enorme su un collo sproporzionato, a poggiare su un corpo atrofizzato e deforme .


Gian Franco Santoro
9 Aprile 2015

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