ARGINE
Non
ho saputo,per anni, arginare senza ferirmi
il senso del tuo
rancore
dispiegato implacabile per tutti
ma indirizzato a me
solamente;
scevro di ogni frastornante inganno
di ottusi
paludamenti,
di un affanno spietato nel formulare il dire
ed ogni
paralizzante dissapore.
Era come se ogni volta fosse in gioco la
paura di esistere
la concione del cuore appena lacerato
il racconto
che uccideva ogni affabulazione.
Ma ora che ho imparato a contenere
il livore
da te inalberato come un vessillo
contro il CREATO
mi pare
che il tuo scudo contuso,ammaccato
sia stato un inutile orpello.
Chè tardi ho capito che il mio possibile approdo
avrebbe dovuto
essere per te
la mia fronte di sangue divelta
il mio volto di spine
sotto i tuoi colpi inchiavardato.
Ora entrambi sappiamo se mi sono
rifiutato a questa mattanza
oppure l'ho accettata nella speranza
sdrucita
che almeno a te fosse risparmiato
il dileggio della vita.
Gian Franco Santoro
17 settembre
2014
Poesia per mio figlio EMANUELE ,che sembra odiare tutto il creato,
solo per paura di essere ferito.
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