Cerca nel blog

mercoledì 20 giugno 2018

RICORDI - SALVATORE QUASIMODO






Dunque al Ministero competente qualcuno deve aver pensato che non sarebbe giusto che poeti come Ungaretti,Montale e lo stesso SABA siamo tuttora vivi e letti con una certa frequenza ,mentre su SALVATORE QUASIMODO è sceso un oblio tanto singolare quanto incredibile.
A dire il vero il premio nobel della letteratura è stato un grande traduttore dei lirici greci, ed anche del teatro shakespiriano, mentre risulta meno originale come poeta . 
E' una mia opinione ,ma a me pare di rammentare che l'uomo fosse davvero sgradevole ed ostico, con il suo sudato cuoio capelluto ed i baffetti insipienti. 
Uomo quanto mai permaloso e rancoroso, vinto il nobel si tolse parecchi sassolini dalle scarpe insultando e facendo reprimende a destra e sinistra. 
Questo non vuol dire perché uno può essere un grande poeta , e non essere aiutato da madre natura ,(vedi Leopardi) ed essere un uomo da poco e viceversa. 
Quando lo conobbi ero un ventenne ai primi parti poetici e fui presente alla giornata della poesia italiana a SAN REMO , a metà degli anni sessanta .
Uno dei relatori era proprio Quasimodo, che si dilungò per circa un'ora a parlare di quanto lui fosse macerato, sofferente ed in difficoltà con una società arida e del tutto pagana. 
A relazione finita , mentre parlava Ungaretti, Quasimodo chiamò da parte il cameriere che si occupava delle esigenze fisiologiche dei relatori e gli disse :"mi raccomando, sul pesce ci voglio la maionese ,ché se no a me non è molto gradito" e poi l'acqua minerale che sia fresca di frigorifero..ah dimenticavo il dolce ne vorrei doppia porzione. 
Sembrerà strano, ma a sentirlo così mi cascarono un pò i sentimenti,e la convinzione che la sua macerazione fosse più di facciata che di vita vissuta. 
Avrei voluto intervenire e chiedere di una sua poesia che era spacciata per sua ,mentre era copiata pari pari da un salmo dell'antico testamento, quando si parla dei cesti con semi da govoni che ritornato vuoti dopo la fatica quotidiana ed il salmista vibra di una disperazione autentica per il silenzio di Dio.
Ma chi mi aveva invitato al convegno , mi consigliò di lasciar perdere chè ero un pischello alle prime armi e ne sarei uscito con le ossa rotte...così è la vita..

Gian Franco Santoro
20 Giugno 2014

Nessun commento:

Posta un commento