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mercoledì 1 maggio 2019

RICORDI...Lo Scultore GIULIANO VANGI







A volte per acquisire alcune ricchezze ,di tipo esistenziale, bisogna essere un pò barricadieri, un pò sfacciati:quella che racconto è una storia vera perchè è un triangolo imprevisto.
Qui ai due lati ci sono un procuratore della repubblica nella persona del Procuratore Vigna, dall'altro lo scultore Giuliano VANGI ,nato toscano e con atelier a Marina di Massa Carrara , ospitato al Forte Belvedere di Firenze. 
Come mi è successo in questi casi,avvicinandosi il momento della visita ,mi ero preparato e sapevo tutto o quasi dello scultore senza averlo mai incontrato ,mentre Vigna era il mio idolo di giustizia che ha cambiato per sempre la mia idea di come un magistrato possa confrontarsi con le problematiche giuridiche più scabrose della nostra repubblica ,uscendone vincente.
In breve comincio a girare per sale, gradini spazi preparati del Forte ,in parole povere a visitare la mostra . 
E' una domenica mattina e sono con me alcuni studenti di cinema ,con l'idea nascosta di lavorare ,in un secondo momento, sulla mostra.
Avevo il compito di illustrarla nel mio piccolo e dopo mezz'ora si trovano dietro di me circa trenta persone che mi seguivano ordinati ed in silenzio.
Ed ecco che passavo da un volo di uccelli, il cui corpo bronzeo fioriva ai raggi del sole ad alcuni volti scarmigliati di uomini che tentavano la scalata di un muro fino ad alcune prigioni di vetro con dentro il corpo artefatto di individui ridotti quasi agli estremi. 
Ero talmente concentrato nella esposizione di questi temi variegati, molto intensi ma decisamente impegnativi.
Infatti Giuliano Vangi è uno scultore che si colloca a metà strada tra una possibile lettura astratta ed una meditazione carnale, rapportata ad una realtà storica tanto affascinante quanto coinvolgente. Si immagini la mia sorpresa quando, a metà della mostra mi rigiro per caso verso chi mi seguiva e mi ritrovo dietro il procuratore Vigna e lo stesso scultore Vangi.
Mi bloccai molto imbarazzato e l'artista ,mi invitò a proseguire nella mia qualifica di cicerone, asserendo che stavo cogliendo la sua poetica in modo esemplare.
Dal canto suo Vigna, che per l'occasione aveva rinunciato alla propria scorta, si scusò perché doveva tornare al lavoro: Prima di andarsene mi chiese il piacere di rivisitare noi tre insieme la mostra con i dipendenti della Procura e con gli amici che Vangi avrebbe portato per l'occasione. 
Nacque da qui una bella frequentazione ed una amicizia di stima e di affetto che sfociò in un film ,voluto dallo scultore e di cui curai il commento, mentre il regista Ferlito superò se stesso in una regia di documentarista grande ed ispirato.


GIAN FRANCO SANTORO
1 Maggio 2015

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