Con il Gruppo Amade',Santoro regista,adatta liberamente questa commedia di Stefano Satta Flores in un prologo e due atti,al Teatro
"LE LAUDI" di Firenze nel 1986 e ripreso al Teatro Reims nel 1987.
Mentre è stato facile ed anche liberatorio parlare dell’impatto che da ragazzo ho avuto con il mondo teatrale ,ho pensato a lungo come sviluppare il discorso che implica una serie di problematiche per me ,
e non solo per me , abbastanza dolorose e di ferite ancora aperte : ma forse è un bene che ,a livello di testimonianza, certe cose vengano almeno anticipate da me che le ho vissute in prima persona che non da altri.
Dunque si deve fare un salto di anni per approdare a Savona ,dove la nostra famiglia si è trasferita alla fine degli anni cinquanta .
Siamo arrivati in Liguria nel 1959 e il nostro approdo savonese coincise con un evento apparentemente privo di riscontri esterni ma che forse aveva in sé già i germi di una conquista e di una speranza concreta per il futuro.
Nonno Federico e zio Arnaldo ci avevano preceduto alla ricerca di una sistemazione logistica ,mentre Giulio era a Napoli ,impegnato negli studi di Ingegneria. Nonna Vienna, Teresa, Riccardo , Renato io e Massimo arrivammo , con il treno alla stazione di Genova alle prime luci dell’alba e giù nel porto ci apparve la nave “CRISTOFORO COLOMBO” ,che i cantieri italiani avevano appena varato e che doveva servire per le traversate oceaniche verso le Americhe e verso l’Australia. Sembrò a noi tutti un segnale di speranza che il nostro arrivo coincidesse con l’inizio della vita di questa nave tanto che Riccardo ,emozionato, ci indicò la nave ferma nel porto sottolineando la coincidenza di speranza cui assistevamo.
Questa è la terra che ci accolse dalla Calabria e questo è l’avvenimento di riferimento per il nostro futuro.
Quando nonno Federico mancò improvvisamente praticamente dissanguato , per una emorragia interna diagnosticata in ritardo , per noi tutti fu un momento davvero difficile ; infatti dovevamo completare gli studi e nessuno di noi lavorava ,a parte Giulio che era già sposato ed aveva la responsabilità di una sua famiglia . Iniziai a lavorare in un collegio ,come istitutore notturno,e durante il giorno andavo a Genova all’università . Ricordo ancora con emozione i primi libri comprati ,saltando i pasti, considerando che la sera avrei mangiato alla mensa del collegio . Rammento anche con molta emozione la decisione presa , con una incoscienza ed un coraggio di pari portata , di frequentare a Genova
nelle ore pomeridiane , quando ero libero dalle lezioni universitarie, la classe di regia di Luigi Squarzina al Teatro Stabile di Genova .
Feci una specie di esame di ammissione sia alla classe di recitazione tenuta da Lina Volonghi , sia di regia ma madre natura mi aveva dotato di una voce leggermente chioccia che mal si prestava alla recitazione.
LINA VOLONGHI |
Avevo preparato il monologo di BRUTO ,tratto dal Giulio Cesare ,di sir Willy Shakespeare, ma avvertii che qualcosa non funzionava quando i compagni di ammissione cominciarono a ridere dopo le prime battute .
A Savona ,mentre ero dirigente di GIOVENTU’ STUDENTESCA , avevo preparato due opere teatrali e cioè “PICCOLA CITTA’ “ di Thorton Wilder , e “PROCESSO A GESU'’ di Diego Fabbri .Mentre anni dopo tentai di rappresentare “L’ISPETTORE GENERALE” di Gogol , senza riuscire ad approdare su un palcoscenico. Con questi strumenti professionali (che approfondirò se avremo riscontri da nipoti ,parenti e figli più solleciti ) diedi vita ,anni dopo a Firenze, ad un laboratorio teatrale che mi permise di realizzare alcune regie importanti per l’ambiente culturale cittadino. Ricordo questi precedenti , per una battuta molto divertente che i miei figli mi rivolsero dopo il mio esordio registico fiorentino ;infatti misi in scena “LA BROCCA SCIOCCA ” di Stefano Satta Flores dopo mesi di preparazione , di correzione degli attori , di suggerimento dei singoli movimenti e di tutto ciò che riguarda normalmente una messa in scena degna di questo nome,compreso il lavoro di scenografia ,di musica che accompagnava il testo e delle luci che dovevano servire a creare effetti teatrali suggestivi. Le prove si svolgevano tre volte alla settimana dal tardo pomeriggio a mezzanotte e richiedevano pazienza, competenza ,dedizione La commedia si svolgeva nella antica Grecia ed era tutta giocata su ritmi e stilemi giocosi e divertenti .Considerando quanto sia difficile far ridere gli spettatori , devo sottolineare che l’impegno fu davvero gravoso da parte mia , se si pensa che tutti gli attori erano inesperti ed al loro primo debutto così vale per il tecnico delle luci , per il tecnico degli effetti sonori ecc. In breve l’esordio andò molto bene ma ,chiaramente il lavoro fatto a monte non era visibile per chi non fosse in qualche modo pratico di queste vicende . L’unico commento che i miei figli fecero uscendo dal teatro,dopo essersi divertiti , fu : “ MA UN REGISTA A COSA SERVE? “
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