Cerca nel blog

sabato 18 luglio 2009

TESTI PUBBLICATI - COTONU



COTONU


Il titolo del libro, che comprende la raccolta di tutte le opere teatrali dell'autore, è ispirato a quel lembo di terra del Nord Africa , porto di mare dominato da una fortezza carceraria, dove sostavano le carovane di schiavi.
Gi stessi restavano in attesa di venir trasportati con navi negriere , per una traversata al di là dell'oceano Atlantico e venduti nel continente .
Si ricorda per inciso che lo stesso Pontefice Giovanni Paolo II^ ,in uno dei suoi viaggi in terra d'Africa ,volle lambire queste terre per chiedere scusa ai milioni di martiri morti di stenti,di fame,di sete e di malattie terribili per colpa dei negrieri occidentali.

Dalla prefazione di Giovanni TEI (critco e studioso del teatro,in particolare del novecento,ha collaborato al quotidiano di Firenze, LA NAZIONE)


Anche in una realtà teatrale che tutti credono di conoscere e che tanti pensano incapace di sorprese e di rivelazioni,si possono nascondere profesisonalità solide e mature ,pressocchè ignorate da tutti...è il caso di un autore come Gian Franco SANTORO ,fiorentino di adozione , un nome conosciuto da un ristretto numero di persone come scrittore di teatro e regista.
Quello che colpisce nei suoi lavori teatrali è la loro diversità, la distanza che c'è tra di loro come argomento e come stile, tanto che a volte ti sorprendi che questi lavori siano stati scritti da un' unica penna , da una sola persona...

Si passa dalla nobile ,approfondita e colta evocazione storica de "IL SORSO MIELATO" ,un affresco spontaneo e coinvolgente sulla vecchiezza di Sofocle,portatore qui di una ideologia tetarale superiore e perenne ,alla satira politca violentissima sulla illusorietà del mito dell Europa contemporanea . Incisivo è poi l'affresco di un mondo GAY ,popolato di declinanti borghesi di mezza età , nell'irriverente e divertente " CERCANO UN CERTO BRAD " al cattivissimo atto unico " LA GIOVINE PASSERA " .Ma il testo più interessante ,sul piano del linguaggio e della ricerca è ancora "FREI TITO" ,vicenda presa dalla vita reale di un religioso domenicano latino-americano impegnato sul fronte sociale e politico ,che chiude tragicamente la propria vita con un suicidio che è quasi un martirio. Da notare che l'autore racconta questa tormentata vicenda come se assistessimo alla ripresa cinematografica del figura del religioso sucida. 
Ed è curioso il fatto che l'autore non ha utilizzato il cinema stesso,nella successiva sceneggiatura cinematografica, presente nel medesimo libro (perchè un altro grande amore di Santoro oltre al teatro è anche il cinema) che ha scritto percorrendo binari differenti , sul medfesimo argomento.)




Al testo teatrale COTONU l'autore ha voluto far seguire una meditata e complessa postfazione di cui riportiamo alcuni estratti:
...sono convinto che uno dei mali che affliggono la nostra sfittica produzione teatrale è quello di autori ,anche importanti dal punto di vista letterario ,che non hanno voluto o saputo fare il passo umile e necessario di immergersi nelle tavole del palcoscenico , di seguire dall'interno la vita di una compagnia teatrale . Si tratta di autori improvvisati che ignorano la differenza tra un testo letterario e le esigenze specifiche di un lavoro drammaturgico... ma se posso prescindere dal caso personale bisogna sottolineare il fatto che nei più svariati campi della creatività (letteratura, teatro,cinema,canzone ,televisione etc) il nostro paese pigramente e senza alcuna curiosità "altra" il nostro paese importa e scimmiotta tutto ciò che proviene o è etichettato "straniero"..del resto senza andare tropo lontano Pirandello dovette creare una propria compagnia per vedere rappresentati i propri testi e quindi buttarsi in braccio al fascismo, proprio nell'epoca del delitto Matteotti, per difendere il proprio lavoro di drammaturgo...e il tanto glorificato cinema del NEOREALISMO FU IL FRUTTO DI PRODUZIONI AFFIDATE A CONTESSE DANAROSE IN FREGOLA PSEUDOCULTURALE E A SALUMAI E/O MOBILIERI CHE SI IMPROVVISAVANO PRODUTTORI/CI
esiste una sola, grande tristezza: la paura che qualcuno riesca nell'intento di distruggere il desiderio che abbiamo dentro di amare e commuoverci ascoltando Mozart, ammirando Caravaggio ,leggendo Leopardi e Tolstoi, rivedendo un film di Kurosawa e Fellini ,
assistendo ad una piece di Antòn Cecov , ad una parabola provocatoria e danzante di Bejart.
Che alla fine di ogni singola esistenza sia prevalsa la tentazione di credere che tutto questo dovesse restare per sempre privilegio di poche anime isolate, per scoprire infine che dentro di noi il cuore si è fatto pietra e lo sguardo ha perso la propria gioiosa innocenza....









Nessun commento:

Posta un commento