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martedì 27 settembre 2011

Sans Papier - poesia tratta da " Ritratti Virati In Percettibili Colori" 2011

Una poesia non è mai ,o almeno non dovrebbe essere, uno sterile e gratuito compiacimento del poeta che si contempla l'ombelico e di questa contemplazione  ne   fa una ostentazione  ,come forma di  autocompiacimento per l'ignaro  lettore .
Ed anche quando medita sui fatti e sulle problematiche della propria esistenza il verso deve divenire universale, nel senso che un moto di empatia deve scorrere dal poeta al lettore per divenire un momento di riflessione, di sofferta meditazione,di crescita comune.
Infine,come in questo caso di "SAN PAPIER" ho sentito il bisogno di soffermarmi sul fenomeno della immigrazione ,che tanto mette a dura prova la sensibilità, la capacità di accettazione da parte di noi italiani .
E' un fenomeno che è cresciuto in modo esponenziale e che è stato usato anche come arma da parte di Gheddafi che, dalla Libia,  caricava su carrette del mare miglia di esuli per mandarli sull'altra sponda del Mediterraneo, mentre dialogava con il nostro Capo del Governo,  per limitare questi stessi flussi di immigrazione.
Per me in particolare è un tema sentito in modo doloroso  perchè quando partii ragazzo dalla CALABRIA , per stabilirmi in Liguria , ero considerato  allora un immigrato interno,accolto o meglio respinto con diffidenza e rancore.
Oggi che la mia vita declina verso una vecchiaia dolorosa per motivi di salute, sento che le ferite si riaporono e guardo al telegiornale questi poveri clandestini che sbarcano sulle nostre coste e spesso muoiono di fame , di sete o soffocati nelle stive .
Inizialmente ho ribadito che queste "persone" sono prima di tutto una ricchezza per noi ,ché  interi settori della nostra produzione dalla raccolta dei pomodori a ROSARNO, alla lavorazione delle pelli in Veneto chiuderebbero nel giro di quarantotto ore se non ci fossero questi esseri di serie Z, sfruttati, sistemati in baracche fatiscenti, senza riscaldamento per l' inverno, senza acqua e senza servizi igienici, sfruttati dall'eterna geniade del CAPORALATO, come schiavi senza speranza.
E qui ho voluto inserire un riferimento al c.d. civile mondo romano che conosceva il fenomeno dei gladiatori , mandati la massacro per il puro e sadico godimento degli spettatri.
Si tratta di un affresco della civiltà romana senza veli o accomodamenti ma che ne dispiega tutta la ferocia e superficilità.Perchè nessuno di noi ha mai pensato che  siamo nati cittadini liberi  del nostro paese civile per un semplice momento di coincidenza degli spermatozoi ,perchè così  come siamo italiani, potevamo essere africani, asiatici , mussulmani ,negri, omosessuali,zingari se soltanto  una pallina del destino avesse girato in altro modo da quello della nostra nascita.
Infine la poesia è una stigmatizzazione della presunzione che noi possiamo arrogarci diritti inalienabili della nsotra civiltà solo perchè abbiamo un modesto pezzo di carta che ci identifica e ci privilegia in questa giungla degli  orrori e dei soprusi. A Voi la lettura.

             SANS PAPIER

 
                    Per te ,che hai attraversato il mare
                    portando a noi la tua ricchezza…
                  
                    per te che hai violato una frontiera
                    -  sull’implosione di una tragica fine -
                    fatta di assurde righe storte   ,
                    segnate come una radiazione
                    sulla tua pelle inerte,
                    sul nostro cinismo deprimente…
                    
                    approdi da  noi   che viviamo
                    con fattezze di piccoli borghesi,
                    confortati da una “religiosa “  consolazione,
                    fasulle certezze ed una stortura evidente …
                   
                    Per te che naufraghi presso le nostre coste
                    inseguito da uno sguardo, sempre rivolto altrove,
                    da  una  mano , che inesorabile ti placca ,
                    sappi che la nostra crosta  civile scompare
                    non appena ti posso comprare
                    con un livore agro
                    gli ortaggi, la frutta, il grano
                    che hai raccolto con un compenso magro
                    di  una fiacca giornata,
                    nei campi dove frulli la tua schiena spezzata
                    con la stortura di un livido sudore .        
                          
                   E ringrazia che  ti faccio  dormire 
                   in una camerata  fatiscente,
                   gelida  in inverno
                   e soffocante nella stagione  incandescente    
                   - a tante libbre di carne al metro quadro –                                               
                    ma  , in sovrapprezzo ,
                   devi  pagare l’aria che respiri,
                   il briciolo d’acqua per lavarti e bere …


                  IO ladro della tua vita grama ;
                 io , signore delle  leggi ,
                 che  faccio  rispettare con un alone di dominio….
                 Io , avvolto nella mia sicumera
                 di una carta sicura con cui si dichiara
                 che esisto , che sono il  tal dei tali
                abilitato a sfregiarti  l ‘ anima e  le ali …

                 Io , protetto dal rigore  dei disagi invernali   ,
                 scialacquatore di ogni satolla abbuffata  
                 che mi sperpero in quiz e  frodi di pallone
                 e l’ampolla raggelante di notti sempre eguali.…

    .-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
                
                  Io ,quando imperavano i primi nazisti ,
                  gli antichi romani,
                  ero  il dominatore  ,senza alcuna ragione
                  o una giustificazione elementare …

                  Nacqui così per privilegio inalterato:
                  avevo i miei sesterzi
                  la mia quotidiana  libagione  ;
                  tu eri  lo “spartaco” schiavo
                  segnato dalla fatalità
                 che da gladiatore
                 combatteva  in una arena gremita
                 ad  allietare le mie ore .

                  E subivi l’assalto di ogni matrona in calore
                  che si   introiava   da un letto all’altro
                  offrendo ,a voi combattenti, la sua fica
                  così per noia e per diletto -
                             
                ma poi il nostro sacro imperio
               esigeva  che il prezzo fosse quello ovvio:        
               si doveva  pagare con la vita .


               Erano i grumi della  dura legge
              da noi  scritta ,in libera oppressione , 
              e  fatta  rispettare….

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               Oggi ci raggiungi stremato, come clandestino
               cui è stata tracciata per sempre
               la sua ineluttabile meta ;
               mentre  affoghi tra flutti 
               in un furioso  turbinio del mare,
               mi cullo nei miei intangibili  sollazzi…

           

           E che cazzi !              

             
              Lo ha proclamato anche  il verbo divino
              riferito  da Saulo ,  l’ex rabbino ,
              che lo schiavo non deve ribellarsi 
              ma accettare  ,benedicente , la sua croce.

              Anche se la tua voce è un urlo  ,
              uno sbraito in cui affoghi e ti ingolfi
              dicendo “ sto morendo”
              di fame ,di sete, di fatica   ….                
              anche se soffochi
              in una cella cubica, di  misura striminzita
              viaggiando su un TIR che è divenuto il tuo sudario.
           
             Sappi che questa è la legge del pezzo di carta ,
            che ci contraddistingue ,
            che alimenta il pingue bottino della morte .
             
            



              Io  ,lontano dal calvario,
              sono il crapulone evangelico ,
              di fronte a te
              che godrai il sonno dei giusti…
              con Maometto, con Cristo ,
              con Buddha , con Javhè
              - bè…non si è capito ancora
                chi è il preposto all’accoglienza
                nell’aldilà -

              Io ho le carte a posto
              - tu lo hai preso in quel  posto -
              Una spiegazione plausibile
              penso ci sarà per i tuoi guai
              Se paghi spropositate fortune
              a sciacalli che ti faranno morire   
              nel civile “ mare nostrum “,
              dove i satelliti inquadrano perfino
              un pelo di  culo in un tombino
              ma  non si sa perché,
              non ti vedono arrivare  mai…
              
            Per te che hai attraversato il mare “nostrum “,
            che lo hai violato
            portando a noi la tua ricchezza …
            per  te che sei  intriso di disperazione ,
            difesa con innocente  freschezza di vita,
            alla ricerca di una impossibile,ultima meta          
            rammenta che per noi tutti ,
            incartati in una tragica illusione             
            sei tu il delinquente ,            
            l’animale,  il mostro  …
        
            IO PROMULGO LE LEGGI 
            Io   sono quello “ normale ” .       
                                                                                                 Firenze 20 settembre  2006

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