Nella dischiusa cittadina,
circondata da verdeggianti alture,
in un lento declivio fino al
piano
ove s’incrociano l’ARNO e LA SIEVE,
ed ogni colle lontano che declina
verso il sottostante fiume,
c’è un nuovo compagno di
avventure,
uno svettante marinaio , alfiere di una nave
dal viaggio presago di
armonia,
dall’aria cristallina .
Ha il portamento grave ,
la chioma azzurrina, il volto
arcano
ed il paio di braccia qui incrociate
sul fusto di una figura corrusca e cinerina,
assiso possente,come in lontananza,
come se fosse un principe su un trono .
Il vento gli scompiglia l’ irsuta chioma ,
e da la misura del tempo che
declina,
attorno ad una ardita raffigurazione:
dal modellino di carta
bronzea,
cappello o nave,
guarda , fermo e ieratico ,
di giorno il sole,
di notte ogni costellazione trasparente,
e sta come in una corte , estatico
con una nuova baldanza
consapevole di una sorte peregrina
,
tra i fiori e le viole….
E’ scolpito in una postura
di silenzio assordante ,
per una ridente accoglienza ,
a chi intorno gli trascorre
in un giro di librante arsura
tra il ponte sulla brumosa SIEVE
e i primi passi verso l’
accogliente cittadina .
Ieri questa sezione del villaggio
era come deserta ,abbandonata
tra erba e sassi
in fredda accoglienza
di una distaccata parvenza
di mal celata ritrosia .
Ora che è esplosa una nuova
utopia
per connotare le vicende
della giovane e vecchia Pontassieve ;
ora che è stata sancita una
nuova allegria,
la coreografia scolpita dei
nostri faticosi passi,
di una nuova invenzione del sociale
per quanti di lì passano e ammirano
il simbolo del viaggio
all’orizzonte,
ora la statua vespertina
sollecita la nostra adesione
alla costruzione di un
possibile domani.
A te che ti perdi con lo sguardo
nel firmamento già lontano,
vorrei circondarti, con la mia
slanciata mano ,
essere il vento che scompiglia
la tua affusolata chioma .
Vorrei essere la rugiada
mattutina
che brilla sopra la roccia di
granito ,
incagliata
che ti sostiene in una sfida
adamantina .
E noi tutti fare festa
in un coro rifiorito ,
d’intorno all’aiuola ,
per un ristoro rinnovato .
Perché l’arte da sola
può librarsi ,
in un utopico viaggio
dal sottostante prato
non più desueto e inaridito,
fino alla bruma di colori ,
di una nuova vita
fino alla nostra speranza
rinnovata,
alla danza dei nostri lieti slanci
,
fino all’infinito .
(nel quinto centenario del
navigatore AMERIGO VESPUCCI)
GIAN FRANCO SANTORO
Pontassieve 15 Giugno 2012
IL MARINAIO DI GIAMPAOLO TALANI a PONTASSIEVE (FIRENZE) |
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