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mercoledì 27 novembre 2013

LIBRO INEDITO ...IN PROSSIMA USCITA "Le parole si sono frantumate in rivoli diVersi"

APPENNINO del GIAMBOLOGNA presso VILLA DEMIDOFF

                                                                    
                                         

                                           PREFAZIONE

Credo che sia abbastanza insolito, per un vecchio ripetitore di inglese della Università di Firenze Facoltà di LETTERE, che ha poi vissuto tutta la propria esistenza ad Oxford, leggere e meditare gli scritti dell’amico GIAN FRANCO SANTORO che mi ha sollecitato in questo senso. Vivere a Firenze, nella zona di Oltrarno, a metà degli anni ottanta non è stato facile perchè ho dovuto confrontarmi con il carattere a volte duro e brusco dei fiorentini. Tuttavia in questa situazione difficile rammento questo signore, vestito in modo informale, dal carattere gioioso che mi avvicinò perchè voleva scrivere una commedia dedicata al nostro drammaturgo inglese SHAKESPEARE: l’idea era valida ma dopo vari infruttuosi tentativi, naufragò su limiti invalicabili ché l’amico GIAN FRANCO non era padrone della lingua inglese e molte vicende tipicamente londinesi erano di difficile acquisizione ed elaborazione per un testo teatrale innovativo. Inoltre avrebbe voluto trarre ispirazione anche dalle lezioni di inglese dell’autore del “Gattopardo,, , Tomasi di Lampedusa. Queste lezioni anzichè agevolare gli crearono altri problemi che qui sarebbe troppo lungo elencare. Comunque rimase tra di noi una buona frequentazione, ed ebbi occasione di leggere in svariati anni testi poetici, scritti teatrali e racconti fino a quando nel 2011 ricevetti, come dono inaspettato dell’autore, un romanzo che è arrivato al coronamento di una esperienza esistenziale coerente e appassionata: “Saremo terra, ma terra innamorata„ per i tipi della casa editrice ALBATROS /IL FILO. Quindi, a seguire l’anno succcessivo “Euanghelon,, , sette scene teatrali satiriche dedicate ai Vangeli. Immaginate il mio stupore quando a Natale del 2012 ci incontrammo, anzi in modo più preciso andammo a sbattere l’uno contro l’altro in una fermata della metropolitana di Londra e, dopo la prima sorpresa, ci abbracciammo contenti di quell’inaspettato incontro. GIAN FRANCO non perse tempo a chiedermi subito una prefazione, per un libro di prossima pubblicazione e che ora state leggendo. Tentai di resistere anche perchè non so quanto il mio italiano sia rimasto corretto, per cui posi come unica condizione che l’autore stesso avrebbe rivisto il mio dattiloscritto.
Dunque, per questa ultima opera dal titolo “ Le parole si sono frantumate in rivoli diVersi „ SANTORO ha deciso di diversificarla in tre sezioni: la prima dedicata alla poesia, con circa trenta testi composti negli anni 2010-2013; quindi viene il corpus più sostanzioso del libro con la raccolta di alcuni testi teatrali. Tre racconti, tra cui “Heilighe nacth“ che qui viene pubblicato per la prima volta. Le poesie si possono dividere in due gruppi per cui ci sono quelle per il Palio di Siena ed i Fochi di San Giovanni o per il fratello Renato, in occasione della festa dei suoi settanta anni, o anche “Compagni di cordata„ che apre la sezione poesia ed è ispirata alla vicenda umana dolorosa di un amico colpito dal tumore. Il corpo centrale di questa sezione si riferisce ad una esperienza affettiva importante in cui, il ripetersi di sentimenti , eventi ed occasioni poetiche, se non variate da una sensibilità accorta, avrebbero potuto innescare una sorta di monotonia qui riscattata da una illuminazione sempre avvertita e vigile. I I versi spesso si distendono in concetti più dispiegati ma in poche occasioni assumono quasi l’impatto di una ispirazione mutevole ed una specie di proverbio esistenziale , riscoperto e valorizzato. Per quanto concerne il teatro qui viene pubblicato per la prima volta “Il pentagramma di Mozart: Amadè il Corno Inglese„ prima parte in cui il genio di Salisburgo, avendo appena quattordici anni, visita con il padre Leopold la città di Firenze. Quindi segue un monologo, che si immagina elaborato da una sarta del Teatro Comunale di Firenze che sta per andare in pensione, intitolato “Sospensori e crinoline „ ; infine “last but not last„ una commedia, molto divertente, in una lingua rielaborata per gli spettatori odierni e che è uno specchio di un momento sociale tra la gente senese a nome della Accademia degli “Itronati„ e che si intitola “Gli Ingannati“ . Confesso che non conoscevo questo bellissimo testo degno della penna di un giovane Ser Willy che SANTORO ha rielaborato e che non è riuscito a far rappresentare. Quindi abbiamo tre racconti : “Clarence“ , “La nicchia malata“ , “Heilighe nacth“. Finisco queste brevi note con l’augurio che l’autore ci possa dare altri contributi della sua poliedrica fantasia anche perchè si immagina che, all’unico romanzo sino ad oggi pubblicato, possano seguire altre felici narrazioni.

OXFORD 2 GIUGNO 2013
Thomas Gerard th. Beessam


INTRODUZIONE ALLE POESIE


Sulla soglia di un possibile saluto l’autore intende congedarsi con poesie composte negli anni 2011-2013, e ritiene doveroso, per un’elementare senso di riconoscenza, dedicare il corpo più sostanzioso di questi componimenti a S. , la persona che gli è stata più vicina e che è riuscita a dargli come una seconda giovinezza creativa.
Si tratta di poesie, con una profonda nota di appagamento, spezzata da una vicenda famigliare tormentata e che, riguardando persone e situazioni molto intime, qui vengono soltanto accennate. Infatti come dice Shakespeare “ l’amore che non osa dire il suo nome” ancora nell’anno del Signore 2013 porta dentro di sé una carica dirompente talmente forte che la perdita del riserbo potrebbe addirittura comportare lutti tragici come nell’antica Grecia, da parte di persone che vedono in questo fenomeno una sconvolgente testimonianza da rifiutare in toto e per sempre. Si tratta di versi in parte nati dalle più svariate occasioni: dal Palio di Siena ai fiorentini fochi di San Giovanni. E poiché il poeta non deve rinchiudersi in una torre d’avorio come non meditare in modo davvero angosciante la perdita d’innocenza di una città tanto amata, che quattro sciagurati hanno dissolto per sempre? Per Gianfranco Santoro Siena era ed è la città natia in cui rifugiarsi al bisogno di serenità e di limpidezza. Scoprire che l’opera nefanda di pochissimi suoi amministratori ha dissolto per sempre sette secoli di limpida e trasparente amministrazione, ha innescato nell’autore un forte contrappunto dialettico. Da un lato l’altezza della poesia che riguarda la festa più bella del mondo e dall’altro lo squallore non rimediabile in un contesto finanziario-economico degno delle speculazioni più avventate e punitive per tutta la città nel mondo. E per il poeta, il teatrante, il romanziere Gianfranco Santoro si è risolto un rapporto con la città di Firenze in modo negativo per rifiuti e preconcetti istituzionali che si è riusciti quasi mai a cancellare e che oggi si riassumono nei fochi del giorno di San Giovanni. E pare che una nota comune renda omogenee queste ispirazioni apparentemente frammentarie per la testimonianza di una stagione poetica che potrebbe essere quella conclusiva. Tuttavia non ponendo alcun limite alla provvidenza, se gli verrà lasciato un margine di tempo ragionevole, nulla esclude che ultimi scampoli di ispirazione poetica possano essere ancora recuperati.
Ma da queste pagine si avverte che con queste circa trenta composizioni stampate, il nucleo centrale del suo mondo poetico è stato risolto e presentato.
Una novità che è bene sottolineare è che Santoro, al terzo volume di poesie con la casa editrice “Albatros/Il Filo” e alla conclusiva esperienza poetica ha trovato un modo di comporre più disteso e lineare. Ha trovato in fondo il centro di una riconoscenza solare verso la vita che gli ha permesso versi più appaganti.
Inizia questa parte poetica una poesia dedicata all’amico Giovanni, il cui titolo è “Equitazione”: testimonianza per una persona scomparsa prematuramente a metà del suo percorso esistenziale e che troppo presto ci ha lasciati.
Ma evitando di dare a questa raccolta poetica un valore negativo, il rimando a versi luminosi, librati nell’aria e nel mare, sono il suggello di un possibile, abbagliante congedo.

Firenze 5 Giugno 2013


INTRODUZIONE AL TEATRO 



 
Gli ingannati” dell’Accademia degli “Intronati”


Chi scrive, essendo nato a Siena da famiglia calabrese, ed essendo residente a Firenze da oltre vent’anni, ha tentato quello che in gergo circense si chiamerebbe triplo salto mortale senza rete: indossando i costumi di un trapezista, mi sono barcamenato tra i due Assessorati alla Cultura di Firenze e di Siena, per far nascere una possibile collaborazione tra le due istituzioni.
Come previsto nessuna soluzione operativa è riuscita, perché lo sponsor, che avrebbe dovuto essere il Monte dei Paschi di Siena, aveva cose più importanti da disbrigare, quali quelle di buttare al vento milioni di euro e di compromettere la vita stessa dell’Istituto di credito e della città di Siena.
Per cui l’allora Assessore alla Cultura, che per carità di patria non nomino, mi consigliò di rivolgermi a qualche istituzione fiorentina. Stessa sorte e stessi dinieghi per cui è rimasto solo il testo di seguito pubblicato. Lo stesso mi ha impegnato, in una nuova stesura, per circa dieci mesi. Sottolineo il fatto che sarebbe stata una chicca molto stimolante ed una operazione assolutamente vincente, perché “Gli Ingannati” dell' Accademia degli Intronati,non è stato più rappresentato dalla fine del Seicento. Alcune giornate di studio di università toscane non hanno migliorato le difficoltà fondamentali per rappresentare questo testo.
In sostanza mi sono trovato di fronte ad un opera teatrale della durata di oltre cinque ore, con ventidue personaggi.
La cosa è comprensibile perché “Gli Intronati”(che nel nostro gergo si traduce: coloro che erano assisi in trono),si dilettavano di mettere in scena alcuni testi teatrali rielaborati da precedenti esperienze letterarie, quali il teatro comico greco dell’antichità, il teatro romano ed il teatro shakesperiano.
Infatti, sprovvisti di cinema, di televisione e di internet, i senesi del seicento si prodigavano in una completa dedizione al teatro con cui vivevano serate molto divertenti, intervallate da abbondanti libagioni e da scherzi quasi goliardici.
Da qui la durata quasi wagneriana, di oltre sei ore, per ammazzare il tempo e caratterizzare intere serate. Ma l’apporto più interessante degli accademici è stato la invenzione di una lingua “senese” potente, incisiva e di grande valenza teatrale. Questa che sembra nata nel momento stesso in cui gli attori si rivolgono ad un pubblico non pagante,composto di amici, conoscenti e immancabili parenti.
Per cui il mio compito è stato quello di sfoltire le numerose maschere degli attori assestandomi su una decina di personaggi. Ho ridotto il più possibile la durata suindicata, senza snaturare il testo stesso ed ho portato il tutto a poco più di due ore.
Nonostante la fatica “tecnica” di elaborazione letteraria ed un impegno costante mirato a soddisfare gli occhi e le orecchie di spettatori contemporanei, debbo confessare che mi sono molto divertito, e che ho il solo rammarico di non essere riuscito a rappresentare come neo autore e regista:“GLI INGANNATI”.

Firenze 24 Giugno 2011/2013 (Festa del Patrono di Firenze San Giovanni)



INTRODUZIONE AI RACCONTI



 
DALLA FORESTA NERA ALLA REDENZIONE

Si trattava di affrontare ore di viaggio, che implicavano anche attraversamenti di cittadine, importanti città ,fiumi ,laghi . Il tutto può apparire anche affascinante a determinate condizioni : la nostra famiglia , composta da quattro persone, era guidata dal capo famiglia (che sta elaborando queste brevi memorie ),mia moglie ed i nostri due maschi : Davide ed Emanuele.
Mia moglie ,che era un'appassionata di campeggi alpini, di visite alle città d'arte , di roulotte et similia mi aveva convinto a fare un viaggio insolito: partire dalla Liguria ,con una macchina in buone condizioni ed una roulotte attrezzata e con una rifornita cambusa.
L'idea era quella di attraversare l'Europa allora percorribile: passando attraverso alcuni passi alpini svizzeri . saremmo scesi in Austria per toccare la nazione più distante del viaggio ,il Belgio, attraverso la Germania.
Non desidero, perchè non è il momento nè la sede adatta, elaborare un riassunto di viaggio.Quello che voglio rammentare è che i figli, di età di sei ed otto anni,ci posero l'urgenza di risolvere un problema che avevamo sottovalutato. Pur dimostrando una notevole capacità di adattamento e dormendo per diverse ore durante il giorno,dopo i primi due giorni ci fecero capire ,in modo lecito ed anche nervoso,che ore ed ore di viaggio, non erano per loro l'occasione più divertente ed appagante. La macchina ,con il rimorchio agganciato, non poteva superare una modesta velocità di crociera; poi con il peso della roulotte raggiungere e superare gli ottanta km,era già una impresa ragguardevole.
Stavamo attraversando la foresta nera, il paesaggio d'intorno era tutto un proliferare di alberi antichi, di querce, di pini,mentre il tardo pomeriggio si avvicinava e ci annunciava una notte tetra ,dovuta al fatto che il tempo era abbastanza inclemente. I figli piangevano per qualsiasi contrattempo, mia moglie cominciava ad essere nervosa ed irrascibile, gravata da una serie di incombenze davvero pesanti mentre io dovevo occuparmi della guida. Tra la foschia e la pioggia ,vidi attraverso gli alberi un vecchio castello che pareva l'antro di uno stregone, di un mago. Mi rammentai di alcune fiabe dei fratelli Grimm, che spesso erano ambientate in modo cupo e con risvolti preoccupanti. Ecco come nacque ,in una atmosfera da tregenda ,proprio da foresta nera, uno scrittore di fiabe che però aveva il compito delicato di alleggerire il più possibile la tensione e di tenere agganciati i propri figli ad una varietà di argomenti,per loro avvincenti e liberanti.Inoltre ,grazie ai due fratelli affabulatori germanici, quando incontravano una cittadina ,come i musicanti di Brema, legata alle loro novelle era possibile ricamarci intorno e suggestionare i bimbi con riferimenti anche geografici e storici precisi. Ma l'incombenza si rivelò più gravosa del previsto per cui dovetti inventare le storie più strane, e risultò essenziale che i due pargoli si dichiarassero appagati di quanto andavo narrando... Fui costretto, se non volevo restare a corto di idee, ad impegnare i dopo cena in modo fruttuoso. Subito dopo il pasto serale preparavo lo schema di otto o nove fiabe, racconti,filastrocche, indovinelli e sciarade.
Senza volerlo ripristinai la tradizione millenaria delle fiabe, che hanno avuto una origine orale, là dove le famiglie patriarcali si riunivano la sera intorno ad un fuoco ed i vecchi, saggi e depositari di una cultura orale millenaria, srotolavano le avventure che avevano ricevuto dai loro antenati e custodite a futura memoria. E da questo "tesoretto" di fantasia ed inventiva nacque per me l'esigenza di perfezionare la capacità di raccontare e di farne un personale trampolino di prova. Ci fu una inevitabile, iniziale delusione chè, delle centocinquanta e più fiabe da me immaginate, se ne salvarono solo sei. Le altre, da me trascritte, sospetto che non abbiamo fatto una fine molto gloriosa.
Ma ho anche immaginato alcune fiabe non legate al viaggio in roulotte, di cui sono particolarmente orgoglioso. Per cui una volta finii in ospedale, per la reazione di due medicine incompatibili ed ingerite insieme .Mi indussero ad un coma quasi mortale e mi svegliai ignaro, in una corsia di ospedale,salvato da Davide che diede l'allarme sentendo i miei lamenti notturni. Fu per me doloroso ,faticoso e quanto mai frustrante, riuscire a ritrovare un equilibrio esistenziale accettabile. Mentre le ore ospedaliere non passavano mai ,mi chiesi che succede ad un individuo capace di affabulare, se le sue facoltà vengono compromesse?
La risposta la trovate nella fiaba/racconto qui pubblicata, intitolata "LA NICCHIA MALATA" e che dedico,con simpatia ed in umiltà, a quanti soffrono per la loro salute compromessa,sperando che le ragnatele della mente intorpidita,vengano spazzate.

Pontassieve 10 novembre 2013


UN QUADRO DI PIETRO ANNIGONI  CON DEDICA AI  MIEI DUE FIGLI DAVIDE ED EMANUELE 








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