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sabato 19 novembre 2016

RICORDI - LA MONTAGNA



Devo alla mia profonda,immensa passione per la montagna ed al fatto che mi sono fatto come regalo di laurea la scalata DEL BREITHORN ,DEL GRUPPO DEL CERVINO,4212 m.di altitudine e guida con OTTOZ ,quando ancora una salita si risolveva con una guida alpina e due arrampicatori ed una ammirazione sconfinata per Walter Bonatti, devo a tutto questo il mio debutto alpino ,iniziato alla tenera età di nove anni. Ero un ragazzo di scuola elementare ,paffutello dai capelli ricci,neri che erano il sollazzo di tutti i cagnolini del vicinato. 
Sono seduto con la mia classe al cinema dove proiettano il film in super otto e quindi stampato in sedici mm. della spedizione al K2 nel 1954. Era la compagine italiana dei migliori arrampicatori del mondo che scalarono ,sotto la guida di DESIO, la montagna più difficile, spietata e assetata di sangue umano del K2 che ,nessuna spedizione era mai riuscita a violare.


Avevo visto solo qualche foto delle Alpi e non ero preparato a questa full immersion nella catena di monti ,di vette tra le piu' alte del mondo. Seguivo con passione questa scalata e capivo, che era una impresa epica,degna di essere vista e ricordata ma quasi a metà del film un incidente pauroso ,una valanga travolse uno degli arrampicatori che per me era già individuato:era MARIO PUCHOZ ,uomo di 23 anni con me in simbiosi di forte empatia ,che aveva quasi adottato un bambino pakistano, portandolo con sè ai primi campi base. In quel momento ed in quella slavina Mario era divenuto uno figura quasi famigliare,un coraggioso ed esperto arrampicatore della Val d'AOSTA .ori. Era un generoso e coraggioso MONTANARO , che sopravvisse quasi due giorni alla valanga che lo aveva travolto fino a quando morì, nonostante la dose di penicillina ed i soccorsi che erano stati tempestivi.
Ed ecco che i suoi compagni scavarono una tomba nei ghiacci della montagna e lo fecero scendere piano piano in quel tumulo improvvisato.
Intanto il il coro della S.A.T. ,inserito nel film come colonna sonora del funerale, intonava la ballata MONTAGNE VALDOSTANE.
Era una ballata in maggiore,un valzer allegro che era un inno di amore alle montagne della valle di Aosta .
In segno di lutto fu virata in minore dai coristi trentini.
Uso il termine "virata" perche' non era solo un cambio di armonia,di dolore cantato in solitudine, ma era come se le montagne ,gli scalatori, il mio Puchoz avessero cambiato di colore .Ed io che non mi conoscevo, non sapevo cosa fossero commozione e coinvolgimento iniziai dapprima in un sussurro leggero poi con singhiozzi sempre più intensi a piangere,seduto smarrito su quella poltrona del cinema e mi coprii il volto consapevole che mi era successo qualcosa di disdicevole e sbagliato. I miei singhiozzi arrivarono fino al soffitto ed un maestro di scuola ,benevolo, mi prese per mano e mi fece uscire fuori dalla sala di proiezione. Scoprii allora il mio tallone di Achille, la mia debolezza infantile che non avrei mai più saputo eliminare,sconfiggere. 
Ecco perché l'altra sera,quando un programma televisivo ha ritrasmesso il film della Rai di ricostruzione della spedizione ",K2 LA MONTAGNA DEGLI ITALIANI",ho avuto come un leggero smarrimento,come un corto circuito di mancamento

, pensando a come si possa essere vecchi già a dieci anni e quello che verrà dopo sarà solo la negazione , l'affossamento di tanta poesia interiore.






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