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IL MAESTRO ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI |
Ora che Repubblica ha iniziato la serie di 16 cd dedicati ad ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI, posso testimoniare tre episodi importanti che lo riguardano e che fanno parte della sua leggenda.
La prima riguarda l'invito che SANDOR VEGH ,il fondatore del Festival, gli fece perché il maestro venisse a suonare a Cervo Ligure.
C'erano pochi soldi ed il violinista di origine ungherese, decise di ospitare il concertista in casa propria.
IL grande ARTURO pose come unica condizione che sarebbe entrato nella loro casa ,purché nessuno gli rivolgesse la parola e che il proprio soggiorno avvenisse nel massimo silenzio.
La moglie di VEGH ,signora quanto mai paziente e di buone frequentazioni, aveva però in uggia le persone troppo nevrotiche e difficili come il nostro Michelangeli.
IL marito le chiese di pazientare ,per cui alla vigilia del concerto il maestro Italiano si presentò alla casa dei Vegh , bussò al portone di quella casa e ,nel raccoglimento assoluto, si recò nella propria stanza.
Verso metà pomeriggio Il nostro apri la porta e dall'alto delle scale,disse :THE AL LIMONE.
Preparativi affrettati e fu mandata la signora a portare su il thè servito in tazza e lasciato davanti alla porta.
Stessa scena alle ore 20 per cui ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI aprì la porta e disse,in modo perentorio, ":brodo di pollo "che gli fu servito nel silenzio generale . Verso mezzanotte , il nostro abituato a bere una camomilla fece la stessa scena per cui aprì la porta ,si affacciò sul ballatoio e chiese una camomilla, che la signora prontamente preparò e lasciò davanti a tanto augusto portone.
Durante la notte poichè un nipote aveva disturbato nel sonno , il Maestro aveva aperto la porta esclamando ."ma per piacere" , Al mattino verso le otto, Michelangeli, volendo fare colazione ,sempre sul ballatoio comparve , sul pianerottolo e chiese caffè e latte :Ma la padrona di casa non ci vide più dal nervoso e si mise ad urlare dicendo che lei non intendeva fare la sguattera di nessuno e che il Maestro poteva recarsi a proprie spese in albergo dove avrebbe creato meno problemi. Dunque cacciato di casa Vegh, Michelangeli raggiunse in taxi un albergo compiacente ,ma si rifiutò di suonare al festival internazionale di musica da camera.
Si deve alla ottusità di un giudice di Brescia, ignorante di cose musicali (e questo è comprensibile) ma ignorante di diritto commerciale (cosa imperdonabile), una delle offese più grossolane ed insulse inferte al maestro Arturo Benedetti Michelangeli; la cui sentenza coprì di ridicolo l'establishment italiano e che il maestro non perdonò mai. Infatti lo stesso era socio di una associazione musicale di Brescia che si era costituita anche per incidere alcune pagine di musica a cura del maestro medesimo. I soci erano convinti che il maestro prima o poi si sarebbe deciso ad incidere qualche brano. Purtroppo per circa venti anni non fu varato neanche un disco (LP) e l'associazione dovette dichiarare fallimento. Il giudice, con ragionamento cervellotico ed imputando soltanto al maestro la ragione del fallimento, lo condannò a versare all'associazione medesima, quale rimborso del fallimento, il cachet di tutti i concerti che sarebbero stati effettuati in Italia. Michelangeli, senza batter ciglio, tramite giornali ed i media, fece sapere che da quel momento non avrebbe più suonato in Italia.
Questo il precedente e per una serie di occasioni fortuite, negli anni in cui io organizzavo il Festival di musica da camera di Cervo Ligure per ben tre serate venne in Italia il maestro al seguito di tre segretarie di Michael Glotz, l'organizzatore del festival di Mentone. Il maestro era legato ad una delle tre segretarie di Glotz e seguiva la ragazza nelle incombenze più umili e terra-terra, comprese quelle di cambiare i soldi alla cassa e di predisporre il resto per l'acquisto dei biglietti. Tentai in mille modi convincere il maestro di suonare specificando che gli avremmo creato condizioni ottimali per un eventuale recital, non ultima quella della presenza di Fabbrini a Cervo Ligure. Non fu possibile smuoverlo e l'unico vanto di cui posso elogiarmi è quello che ho avuto come segretario ragioniere, factotum e addetto al cambio della lira il grande Arturo Benedetti MIchelangeli.
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IL MAESTRO ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI |
Si deve alla ottusità di un giudice di Brescia, ignorante di cose musicali (e questo è comprensibile) ma ignorante di diritto commerciale (cosa imperdonabile), una delle offese più grossolane ed insulse inferte al maestro Arturo Benedetti Michelangeli; la cui sentenza coprì di ridicolo l'establishment italiano e che il maestro non perdonò mai. Infatti lo stesso era socio di una associazione musicale di Brescia che si era costituita anche per incidere alcune pagine di musica a cura del maestro medesimo. I soci erano convinti che il maestro prima o poi si sarebbe deciso ad incidere qualche brano. Purtroppo per circa venti anni non fu varato neanche un disco (LP) e l'associazione dovette dichiarare fallimento. Il giudice, con ragionamento cervellotico ed imputando soltanto al maestro la ragione del fallimento, lo condannò a versare all'associazione medesima, quale rimborso del fallimento, il cachet di tutti i concerti che sarebbero stati effettuati in Italia. Michelangeli, senza batter ciglio, tramite giornali ed i media, fece sapere che da quel momento non avrebbe più suonato in Italia.
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IL FESTIVAL DI MUSICA DA CAMERA DI CERVO LIGURE |
Questo il precedente e per una serie di occasioni fortuite, negli anni in cui io organizzavo il Festival di musica da camera di Cervo Ligure per ben tre serate venne in Italia il maestro al seguito di tre segretarie di Michael Glotz, l'organizzatore del festival di Mentone. Il maestro era legato ad una delle tre segretarie di Glotz e seguiva la ragazza nelle incombenze più umili e terra-terra, comprese quelle di cambiare i soldi alla cassa e di predisporre il resto per l'acquisto dei biglietti. Tentai in mille modi convincere il maestro di suonare specificando che gli avremmo creato condizioni ottimali per un eventuale recital, non ultima quella della presenza di Fabbrini a Cervo Ligure. Non fu possibile smuoverlo e l'unico vanto di cui posso elogiarmi è quello che ho avuto come segretario ragioniere, factotum e addetto al cambio della lira il grande Arturo Benedetti MIchelangeli.
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